L’origine genetica del bassotto
Una malformazione patologica, probabilmente la condrodistrofia, malattia che inibisce lo sviluppo delle ossa lunghe impedendo la proliferazione della cartilagine in accrescimento, sta probabilmente all’origine di questa razza, a differenza di ciò che è avvenuto per tutte le altre, dove è stata la selezione umana a introdurre modifiche sostanziali; questa è una patologia ereditaria e totalmente compatibile con la vita. Probabilmente qualche secolo fa fu un cacciatore, trovandosi di fronte a un cucciolo di segugio affetto da questa sorta di nanismo, si rese conto dell’impiego che soggetti con queste caratteristiche potevano avere nell’impiego venatorio e iniziò a farli riprodurre. I segugi a zampe “normali”, infatti, erano inefficaci quando il coniglio, il tasso o la volpe riuscivano a intanarsi mentre i cani a zampa “corta” potevano andare a inseguire la preda praticamente ovunque.
Le origini antiche del bassotto
Alcuni autori ritengono addirittura che i primi bassotti furono egiziani dato che ritrovamenti archeologici hanno portato alla luce dipinti risalenti al 2300 a.C. che ritraggono un cane a gamba corta con corpo allungato, ma con orecchie dritte; cani con tale fisionomia emergono anche da ritrovamenti archeologici dell’antico Messico, dall’altra parte del mondo, per cui è certo che la medesima malformazione genetica indusse popoli molto diversi tra loro a incoraggiarne la diffusione per creare cani da tana.
Il bassotto nella storia moderna
Per quanto riguarda la storia moderna sembra che il nostro bassotto derivi dal dachsbracke, un cane a pelo corto e gamba corta diffuso fin dal medioevo in Renania, Sassonia, Westfalia, Svizzera e Tirolo.